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Discussione: Indagine di...mercato!
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28-03-07, 11:31 #21
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Thanked: 0
Contate anche qui la stessa cosa cioè che qualche cosina andr? forse rivista magari no.
Sento l?odore dell?incenso che si infiltra nel
pieno delle mie narici. Ho mischiato panegirico puro a grani, una polvere per
scacciare le negativit? di formula segreta comprata da un ragazzo al mercatino
di Natale della mia citt?. Lui ha abitato a Parigi per molti anni. Io ci vado
ancora a fare i controlli per il trapianto di rene. Abitava in una viuzza di
quelle antiche, verso i quartieri latini, verso Notre Dame, dove spesso
passeggiavamo la sera, insieme a mia madre, a mio padre, mio fratello e tutti
gli altri amici che ci avevano seguiti. L?ultima volta nel duemila e uno, </span>ho ripercorso quelle strade col mio uomo. Les
rues, les boulevards. Les Champs de Mars. Le Trocadero illuminato dalle fontane
aperte che zampillavano. Alti getti d?acqua che ricadendo formavano grandi
cerchi illuminati di vari colori e poi la sera, si poteva ascoltare il ritmo
dei tamburi dei ragazzi che si riunivano e suonavano cadenze africane. Lungo la
Senna invece, la sera a piedi per andare verso i Quartieri Latini <i style="">? che non sono veri e propri quartieri nel
senso amministrativo del termine, ma una zona a cavallo del 5.me e 6.me arrondissement, che va da Saint-Germain-des-Pr?s al giardino del Luxembourg. Situati sulla
sinistra della Senna
(rive gauche</span>), di fronte all'?le de la Cit? e all'?le Saint-Louis e collegati alle isole e all'altra
riva da diversi ponti: il Pont de
Sully</span> (che scavalcando la punta est dell'?le Saint-Louis collega
direttamente la riva destra e la sinistra), il Pont de la Tournelle</span> (tra la rive gauche e l'?le Saint-Louis),
il Pont de l'Archev?ch?</span>, il Pont au Double</span>, le Petit-Pont</span> e il Pont Saint-Michel</span> (tra la rive gauche
e l'?le de la Cit?), il Pont Neuf</span>, il più antico e più lungo ponte di
Parigi (232 mt), che attraversa l'intera larghezza della Senna appoggiandosi
alla punta occidentale dell'?le de la Cit?. I
</span>quartieri derivano il proprio nome dal fatto che nelle molte scuole e
universit? nate nel medioevo e che popolano, ancora oggi, la zona, la lingua
parlata in origine era esclusivamente il latino.
Il centro del suo territorio resta il vero e proprio quartiere della[/i] <i style="">Sorbonne, nel
5.me. ?[/i] ( Da Wikipedia ).
Attraversando i lunghi ponti, vedevo
rispecchiarsi mia madre, ai bordi del fiume, nei miei ricordi. La rivedevo
marciare sotto al cavalcavia della metr? tutta intabarrata, ancora felice. Il profumo
di burro, di zucchero, di crepe che si espandeva nelle strade che odoravano già
di paese straniero. Era odore di patisserie, di boulangerie, che contornavano
Parigi anche nei giorni festivi. A Parigi è facile la domenica mattina e alcune
volte anche nel pomeriggio, vedere une petite fille</span> con sottobraccio una baguette ancora calda di forno e
incartata con appena uno strappo di carta che divide l?ascella dal pane! E poi
un mazzo di fiori colorati e freschi e des</span> </span>petits</span> </span>gateaux. L?odore del </span>burro, dello zucchero, del cioccolato prevalevano su tutto. Le strade piene
d?acqua ai bordi, </span>che serviva
per spazzare e pulire la strada e spesso metteva in guardia i turisti dal non </span>scendere repentinamente il </span>gradino del marciapiede senza guardare prima sotto
il piccolo </span>fiume </span>che scorreva.
</span></span>La colazione era il rito che adoravamo di più. Ci fermavamo a
prendere <i style="">? un caf? au lait et un petit
gateau ?[/i] e quel dolce ci riempiva la giornata di allegria e di vita vera e
poi i bagliori che illuminavano la sera, tutto ci era famigliare eppure così
ancora estraneo e tutto da scoprire. Persino l?usanza così poco igienica e
simpatica di gettare le cartine delle zollette di zucchero a terra in tutti i
bar e non solo oppure la mancanza di bid? che viene letteralmente spodestato dalla
toilette perchè con una doccia si fa prima! Almeno credo e spero che sia così
perchè altrimenti non oso pensare! Nel corso degli anni imparammo ad amare
quella citt?, credo la più nazionalista in assoluto almeno in Europa, cosa che
non fa mai male essere, se poi diventa un eccesso e si snobba tutto il resto
del mondo allora b?, si pu? decidere comunque se amarla lo stesso oppure no. Se
non si è rispettati si pu? sempre dire una bella parolaccia in francese così,
capiscono che sappiamo la lingua e non ci facciamo capire solo a gesti in tutto
il mondo. Quella citt? comunque fu la nostra salvezza. Gi? trent?anni prima
aveva salvato con i trapianti tante altre persone. Ci dicevamo: <i style="">? Qui sono all?avanguardia, non come[/i] <i style="">in Italia che ancora si è così poco informati
sulla donazione degli organi, qui fanno trapianti[/i] <i style="">già da anni ?[/i] Ed era vero e così, in una sorta di training
autogeno, ci convincevamo che tutto andava bene e che non poteva andare
diversamente stavolta. </span>Una
volta venne una donna alla pensione delle Suore di Rue Miollis, ogni tanto
visitava le madri in pena, i padri, i famigliari che vi alloggiavano,
raccontando la sua storia. Raccontava che già trent?anni prima appunto e noi
eravamo nel 1988, lei era stata trapiantata e ancora oggi viveva felice e così
dava speranza a chi l?aveva perduta e risanava il cuore con un po? di serenit?.
In Italia veniva appellato come Il Tempio dei trapianti. </span>
E? stato difficile lasciarsi andare alla dolcezza
dell?innamoramento ed il cuore ha sofferto per due motivi in quello stato di
sdoppiamento. Volevo e potevo renderlo finalmente libero di amare il mio sentimento,
ed invece lo ritrovavo intrappolato nel ricordo troppo forte dell?amore. Nel
dolore ancora dirompente in quella mancanza troppo grande. Quella mancanza che
non mi avrebbe più lasciata. Poco dopo la tragedia del World Trade Center a New
York prendemmo l?aereo io e Jonathan. Avevamo una fottuta paura. Per lui poi
era la prima volta. Non sono riuscita a mostrargli tutta la mia soddisfazione.
Tutta la mia energia. Anzi, è stata repressa in ripetuti attacchi di panico che
mi hanno accompagnata per qualche anno e che si ripresentavano a scadenze più o
meno lunghe e si ripetevano più intensi o meno. Portandomi qualche volta anche
in pronto soccorso con una dose massiccia di calmanti per inebetirmi il
cervello e l?animo per un po?, la tachicardia se ne andava e la pressione si
ristabiliva e poi, finito l?effetto, tornava la paura e tutto il resto. Solo dopo
otto anni mi accorger? che ho sempre cercato la stessa cosa. I mie semplici sogni.
La serenit?. L?Amore. Si quello che ha la A maiuscola e che in questi anni
perdendomi, offuscandomi la vista con un muro di incredulit?, ho maltrattato,
tappato. Ho seppellito la mia voglia di vivere pensando che non era giusto
darle ancora la luce del sole. Ho permesso che solo la tristezza e la
solitudine facessero parte di me dimenticando troppe volte che l?Amore mi era
ormai davvero accanto, forse arrivato troppo tardi, forse arrivato nel momento
meno opportuno o meno disposto ad accoglierlo. Eppure come pregavo, in
ginocchio nella mia camera, con la porta chiusa e nella mancanza fresca di
Rosa. Pregavo sotto al crocefisso tutte le sere di nascosto, con in sottofondo
una canzone che cantava: <i style="">? L?, ti
aspetter?, il fiore del[/i] <i style="">giardino
segna il tempo??[/i] Piangevo per un ritorno che sapevo non sarebbe mai più
potuto avvenire e pregavo per un ritorno che desideravo così tanto, anzi, per
una venuta, che bramavo da sempre. Quella, sarebbe diventata la nostra canzone.
Posso farmi soltanto mille domande a distanza di anni ma non trover? nessuna
risposta se non nelle mie emozioni, nei miei sentimenti che so ancora di avere,
di possedere. Sono le mie passioni e basta. Quelle che mi compongono tutto l?Essere.
Quelle che segnate su uno spartito formano un?opera da una vita. La mia vita. Come
note trattenute nel tempo. Quelle, che non entrerebbero sicuramente oggi, in un
sms. Mi sarei persa ancora di più cercandolo quell?amore? Non lo so. So che
bisogna recuperare. Bisogna piantare e coltivare nuovi fiori a costo di nuovi
ed enormi sacrifici. Ho soltanto tanta paura di non ricordare più come si fa.
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28-03-07, 11:35 #22
Originariamente Scritto da paoletto51
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30-03-07, 14:20 #23
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Thanked: 0Vi lascio l'indirizzo molto carino di questo sito per potere intereagire anche con altre persone molto carine, non è un sito di disabili. A loro ho dato anche questo. www.lavetrinadibabe.it C'? anche lo stesso discorso he ho messo qui se vi va leggete anche le risposte di...normodotati come si dice!
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30-03-07, 15:21 #24
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Thanked: 33non v? il sito
sn un baleniere, dico sempre ciò che mi balena in testa
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30-03-07, 15:53 #25
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Thanked: 0Pu? succedere alle volte magari quando è più intasato, a me va per esempio.
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30-03-07, 16:34 #26
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Thanked: 0Campanellino,di cosa parla esattamente il libro?E' una serie di storie?Di che tipo?Se si:</span><br style="font-weight: bold; color: rgb(0, 0, 204);">
Sono ambientate
in questi anni?Sono collegate da un denominatore comune o da un
percorso logico?Sono ambientate per lo piu' in Italia e/o da persone
italiane?Di che eta' ora?Ecc.</span><br style="font-weight: bold; color: rgb(0, 0, 204);">
Quante pagine?Formato?Che grandezza le lettere?Carta patinata?Costo?</span><br style="font-weight: bold; color: rgb(0, 0, 204);">
Tutte domande da marketing,lo so,ma inevitabili.Ciao e a presto.</span>
l\'impossibile non esiste.Ogni esperienza serve.Mostriamo orgoglio e dignita\',sempre!
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